Il Rapporto Ecosistema Scuola 2025
Presentato da Legambiente, insieme ai dati diffusi dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, conferma una situazione di forte criticità per gli edifici scolastici italiani. L’indagine condotta su oltre settemila strutture nei capoluoghi di provincia rivela che meno della metà delle scuole possiede il certificato di agibilità e che solo il 45% ha un collaudo statico valido. Sono numeri che, da soli, descrivono un patrimonio edilizio fragile e poco controllato, ma che diventano ancora più preoccupanti se si considerano i territori a maggiore rischio sismico.
Secondo il rapporto, ben 2.532 edifici scolastici si trovano in zone sismiche di classe 1 e 2, cioè quelle a più alta pericolosità. Nonostante ciò, appena 326 risultano progettati o adeguati alle norme antisismiche: un dato che equivale a meno del tredici per cento del totale. L’aspetto più grave è che oltre il 54% delle scuole non ha mai eseguito una verifica di vulnerabilità sismica, rendendo impossibile conoscere la reale capacità strutturale di resistere a un evento tellurico.
Negli ultimi cinque anni, le amministrazioni comunali hanno dichiarato di aver realizzato lavori di messa in sicurezza per il 59% del patrimonio scolastico, ma gli interventi effettivi di adeguamento strutturale hanno interessato solo il 3% degli edifici. È un divario che dimostra come le dichiarazioni non sempre corrispondano a un effettivo miglioramento delle condizioni di sicurezza.
Particolarmente critica è la situazione dei solai. Appena il 31,2% delle scuole ha effettuato indagini diagnostiche negli ultimi anni e solo il 10,9% ha eseguito interventi di messa in sicurezza. La fragilità dei solai rappresenta un elemento di rischio significativo, soprattutto in caso di eventi sismici, poiché crolli localizzati possono avere conseguenze drammatiche in edifici frequentati quotidianamente da milioni di studenti e personale.
Le disparità territoriali sono marcate. Nel Nord Italia la percentuale di edifici adeguati alle norme sismiche si attesta intorno al 23%, mentre al Centro scende al 9%, al Sud al 10% e nelle Isole all’11%. Nei Comuni del Centro Italia già colpiti da terremoti recenti la quota di scuole adeguate non supera il 3,4%. Questo significa che neppure l’esperienza diretta di gravi eventi calamitosi è stata sufficiente a imprimere un’accelerazione agli interventi di messa in sicurezza.
Potenziamento dell’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annunciato un potenziamento dell’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica, che dovrebbe diventare uno strumento fondamentale per monitorare lo stato degli edifici e pianificare gli interventi. Tuttavia, molte amministrazioni locali non aggiornano regolarmente i dati, rendendo la banca dati incompleta e poco affidabile. La stessa Legambiente sottolinea come la frammentazione delle risorse e la lentezza burocratica ostacolino la possibilità di programmare interventi strutturali a lungo termine, costringendo a interventi emergenziali e spesso tardivi.
A livello normativo, il Ministero ha disposto una proroga fino al 31 dicembre 2025 per il completamento degli interventi di adeguamento finanziati con i decreti MIM n. 392/2019, 847/2019 e 179/2020. La proroga riguarda i progetti che hanno rispettato i termini di aggiudicazione, pena la perdita del finanziamento. Ma, secondo diversi esperti del settore, si tratta di una misura insufficiente, perché gli edifici scolastici che necessitano di interventi antisismici sono ancora oltre ventimila.
Il quadro complessivo che emerge è dunque quello di un sistema scolastico nazionale dove la sicurezza sismica rimane un obiettivo lontano. In un Paese come l’Italia, caratterizzato da una sismicità diffusa e con una lunga storia di terremoti devastanti, non può essere accettabile che la maggior parte degli edifici scolastici non disponga neppure di una verifica di vulnerabilità aggiornata. L’assenza di dati certi, la frammentazione delle risorse e la lentezza negli interventi creano una condizione di rischio permanente che interessa milioni di studenti.
Le necessità attuali
Secondo Legambiente è necessario definire Livelli Essenziali di Prestazione che stabiliscano standard minimi di sicurezza e servizi scolastici, e concentrare gli investimenti sulle aree più esposte al rischio. Occorre inoltre rafforzare la governance nazionale, semplificare le procedure di accesso ai fondi e garantire la trasparenza dei dati attraverso un’Anagrafe realmente funzionante e aggiornata.
La sicurezza degli edifici scolastici non può restare subordinata a proroghe o misure emergenziali: serve un piano nazionale strutturale, stabile e di lungo periodo. Solo così sarà possibile trasformare le scuole italiane da patrimonio fragile a luoghi sicuri, in grado di garantire protezione a studenti, insegnanti e comunità locali di fronte al rischio sismico.
La sfida non riguarda soltanto la riqualificazione edilizia in senso stretto, ma anche la capacità di prevenire i rischi attraverso strumenti di analisi avanzata e modelli previsionali. La cultura della prevenzione deve entrare stabilmente nel dibattito pubblico, trasformandosi in un impegno condiviso da parte delle istituzioni, delle comunità locali e del mondo della ricerca.
La complessità delle verifiche di vulnerabilità e degli interventi di adeguamento antisismico rende sempre più centrale il ruolo dei software di calcolo strutturale avanzati, strumenti indispensabili per ingegneri e progettisti che si occupano di sicurezza degli edifici scolastici e, più in generale, di prevenzione del rischio sismico.
Per approfondire:
Rapporto Ecosistema Scuola – Legambiente
XXV Rapporto Ecosistema Scuola (PDF)
Dati del Ministero dell’Istruzione sull’edilizia scolastica
(Newsoft sas® Riproducibile citando la fonte)